mercoledì 27 agosto 2014

LA GRANDE GUERRA E LE TANTE PICCOLE GUERRE.

Sono trascorsi 100 anni dal’’inizio della Grande Guerra (1914 – 1918), nella quale l’Italia entrò nel 1915. Quest’anno avranno inizio le celebrazioni, anche se non siamo molto d’accordo su tutte queste celebrazioni. Una guerra che ha causato milioni di morti e che ha generato il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, che furono poi all’origine dell’altra Grande Guerra (1940 – 1945) che ebbe come risultato la morte di decine di milioni di persone. Questo il passato, ma cosa dire del presente. E’ vero che non c’è una guerra globale, ma, di fatto, le tante piccole guerre in diverse parti del mondo, così come quelle degli anni più recenti, hanno coinvolto e tuttora interessano tutti. Oggi che scriviamo, possiamo certamente affermare che in molte, troppe aree del mondo si stanno combattendo molte guerre che causano migliaia di morti. E’ difficile spiegare qualcosa che non ha ragione di essere, che non trova giustificazione. Tutti i giorni leggiamo o vediamo in televisione le diverse situazioni che le varie guerre hanno determinato: in Ucraina, nella striscia di Gaza tra israeliani e palestinesi. Poi ci sono le situazioni interne in Siria, che hanno provocato oltre centinaia di migliaia di morti, e ultimamente in Iraq, dove gli islamisti Isis stanno compiendo un massacro dei locali Yazidi che non vogliono abbracciare la religione islamica. E non possiamo certo dimenticare quello che succede in Africa, dove in molti paesi si combatte una guerra permanente e poi ancora in Libia e in Afghanistan, dove ci sono sempre focolai di guerra. In questa situazione possiamo dire che quasi ci si è fatta l’abitudine e non si dà più peso alla notizia, che invece ci deve riguardare, perché l’orrore della guerra può essere sconfitto, non girando la testa dall’altra parte, ma facendo pressione sui governi affinché intervengano nelle sedi deputate a prendere decisioni. L’Europa pare non essere in grado di avere una parola condivisa sulla politica estera, perché anziché porre l’attenzione sull’interesse comune, ciascun paese guarda a ciò che conviene a casa propria. E così tutto viene lasciato nelle mani degli Stati Uniti, che decidono in funzione dei loro interessi economici, come hanno fatto con la guerra in Iraq, mentre i trattati internazionali dicono con chiarezza che le decisioni devono essere concordate con l’ONU, che però si deve anche attivare. Oggi le guerre hanno diverse caratteristiche: ci sono quelle dove prevalgono l’interesse economico e altre, dove il fondamentalismo religioso genera violenza, e poi rimane sempre aperta la grande questione tra Israele e la Palestina. Che fare? Oltre che a segnalare come in uno stanco rosario le varie situazioni che drammaticamente toccano diverse parti del mondo, noi crediamo che non dobbiamo solo scandalizzarci, ma essere attenti e riflettere, perché la guerra riguarda l’umanità della quale facciamo parte anche noi. Pertanto, non dobbiamo dimenticare i volti delle madri, dei giovani e dei bambini uccisi e di quelli che dalla loro nascita non hanno mai conosciuto la pace. Non siamo sognatori da immaginare che la pace basta desiderarla. Sappiamo che non è così; la pace dobbiamo volerla e metterla come priorità tra le cose più importanti. Un mondo libero non può essere senza pace. Occorre combattere l’ipocrisia della politica e fare tutto il possibile per garantire un futuro senza guerre. Dice Papa Francesco che siamo nella terza guerra mondiale a puntate e che è lecito fermare l’aggressore. Anche noi diciamo: fermate le guerre, liberiamo la pace! 

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