martedì 29 maggio 2018

#iostoconMattarella


Nella vicenda che ha portato il presidente del consiglio Giuseppe Conte a rimettere il mandato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha agito nel pieno delle sue prerogative.

L'articolo 92 della parte della Costituzione riguardante l'ordinamento della Repubblica recita:
"Il Governo della Repubblica è composto del Presidente del Consiglio e dei Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i Ministri."

Il Presidente della Repubblica ha accettato tutte le nomine, tranne quella del ministro dell'Economia assumendo la responsabilità istituzionale senza accettare imposizioni. Lega e M5S non sono stati disponibili a ragionare su alcuna alternativa. Immediatamente dopo che si è concluso in questo modo il tentativo di formare un governo sostenuto da una maggioranza politica è partita una violenta campagna conto il Presidente della Repubblica, con il M5S che è arrivato a chiederne l'impeachment. L'Italia democratica e Repubblicana si è schierata a difesa del suo presidente.

"Le istituzioni non si toccano.
Chi non rispetta la democrazia, il pensiero dell'altro, le regole che ci permettono di vivere insieme, non è dalla parte dei cittadini, non lo sarà mai.
Il Presidente Mattarella rappresenta ciò che di più importante abbiamo, la Costituzione.
Essa all'articolo 1 afferma "La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".  Noi, la Carta, la difendiamo tutta, non solo la parte che ci conviene di più. E saremo in piazza, con tutti coloro che ricordano il passato, che non dimenticano come siamo arrivati a questa tanto agognata Repubblica. Con tutti coloro che vogliono difenderla, non per fini elettorali, ma perché è un nostro dovere.
#iostoconMattarella, e vi aspetto a Piazza Santi Apostoli a Roma Venerdì.
È importante esserci. È il futuro del nostro Paese, la libertà, il bene più prezioso che abbiamo."

Roberto Giachetti



mercoledì 23 maggio 2018

26° Anniversario della strage di Capaci



Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, in una recente intervista a RTL 102.5 ha evidenziato quanto sia importante per le nuove generazioni mantenere vivo il ricordo dell’impegno che suo fratello ha profuso nella lotta contro la mafia e quanto sia necessario che questa lotta debba essere continuata: "Io ho cercato di portare tra i ragazzi la memoria di Giovanni non solo come giudice antimafia ma anche come uomo che ha creduto nei valori dello Stato democratico. In questi anni, ho fatto rivivere ai ragazzi le emozioni della sua lotta contro la mafia, le sue battaglie, le sue vittorie, le sue sconfitte. Per cui, Giovanni, tra i giovani è diventato un personaggio ancora vivo, portatore di valori. Ecco perché il 23 maggio è importante. Quando si parla di questa giornata, soltanto come di una manifestazione della memoria, si dimentica che questa giornata è molto altro. Il 23 maggio è l'unione di tutti i giovani italiani che arrivano da tutte le scuole d'Italia a Palermo, con la Nave della Legalità, con i giovani siciliani. Tutti insieme poi ricordano la strage di Capaci e ripercorrono tutto quello che hanno fatto durante l'anno scolastico. E' un momento in cui questi giovani, tutti insieme, poi, diventano cittadini. In questi anni la politica italiana ha mostrato inizialmente maggiore interesse alla lotta alla mafia. Dobbiamo dire che, per noi italiani, le stragi di mafia del 1992 sono state quello che, per gli americani, sono state le Torri Gemelle. Quindi, inizialmente, per interesse comune bisognava fare una lotta forte contro la mafia; poi si è arrivati alla conclusione che i mafiosi erano in carcere, il pericolo era scongiurato e, quasi quasi, non si è più parlato di lotta alla mafia. Non ci si è resi conto che la mafia è soltanto diventata meno evidente. E' sembrata meno pericolosa ma non lo è. Ma, quando ci accorgeremo che questa mafia, come diceva Giovanni, fa i suoi affari in silenzio, sarà ancora più complicato rimetterla a posto.”

Maria ha inoltre dichiarato sul sito della Fondazione Falcone, costituita a seguto delle stragi del 1992 con lo scopo di promuovere la cultura della legalità nella società e in particolare nei giovani,che la ricorrenza del 23 maggio sarà quest’anno dedicata agli agenti di scorta caduti negli attentati di Capaci e via D’Amelio:“Giovanissimi, spesso poco più che ragazzi, hanno questo in comune: erano uomini e donne dello Stato morti per aver fatto con coscienza il loro lavoro, così duro e pericoloso, fondamentale nella lotta alla mafia. Rocco Dicillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Agostino Catalano – gli ‘angeli delle scorte’, come amiamo chiamarli – sono da tutti noi ricordati per quel grande senso del dovere che li accomuna a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e Paolo Borsellino. È questo l’insegnamento che viene dal loro sacrificio: l’antimafia, quella vera, esige che ciascuno agisca, quotidianamente, con onestà e onore. Il loro esempio è un monito per tutti noi, adulti e giovani, perché nessuno può considerarsi esente da questo imperativo morale”.



martedì 1 maggio 2018

1° Maggio - Il lavoro nostra bandiera




Buona festa dei lavoratori a tutti. Perché il lavoro deve continuare ad essere la priorità. Un lavoro dignitoso, equamente retribuito, giusto e soprattutto sicuro. Nell'era della digitalizzazione avanzata è inaccettabile l'aumento di morti sul lavoro. 3 milioni nel mondo, oltre 220 dall'inizio dell'anno solo in Italia. Numeri dietro i quali ci sono vite spezzate, famiglie colpite, legami interrotti e, troppe volte, diritti negati. Un'emergenza che ci deve vedere uniti, anche per questo ho voluto essere a Prato oggi alla manifestazione nazionale promossa da CGIL, CISL e UIL. Per dire ancora che c'è bisogno di rafforzare le protezioni dei lavoratori, soprattutto di quelli più fragili, precari, sfruttati. Degli invisibili. E in un tempo in cui siamo sempre più nodi individuali di una rete, c'è bisogno di innovare anche il ruolo dei sindacati. Perché fare sindacato oggi vuol dire stare nella modernità, non solo evocare una storia gloriosa. 

Buona festa dei lavoratori a chi anche oggi lavora, a chi il lavoro lo sta cercando o chi dopo aver lavorato una vita tiene in piedi la famiglia. Buona festa ai lavoratori disabili, a chi è impegnato nel sociale, a chi garantisce a tutti noi tutela della salute e sicurezza. Buona festa agli agricoltori, agli artigiani, ai commercianti, ai piccoli e medi imprenditori che sono la spina dorsale della nostra economia. Buona festa ai giovani, nelle loro mani ci dovrà essere sempre la forza per difendere e realizzare con orgoglio l'articolo 1 della nostra Costituzione "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro".

Maurizio Martina