venerdì 26 agosto 2011

Le proposte del Partito Democratico.

1 Riduzione dei costi della politica
Drastici risparmi sull'apparato statale e sui costi della politica: metà parlamentari; abolizione dei vitalizi; snellimento enti territoriali; obbligatorietà di servizi associati per i Comuni sotto i 5000 abitanti; dimezzamento di Province (in alternativa, loro trasformazione in organi non elettivi) e società pubbliche; Soppressione o drastica riorganizzazione di enti intermedi (consorzi di bonifica, bacini imbriferi montani, enti parco regionali), con attribuzione di funzioni a Regioni, Province e Comuni. Razionalizzazione di uffici periferici dello Stato e centrale unica per gli acquisti pubblici di beni e servizi.

2 Imposta sui capitali scudati
Un'imposta una tantum del 15% sui capitali esportati illegalmente e condonati con lo scudo fiscale. Da questa misura si ricaverebbero 15 miliardi per pagare debiti pubblici verso le piccole e medie imprese e consentire investimenti ai Comuni.

3 Piano antievasione fiscale
Misure antievasione non di facciata:
a) tracciabilità antiriciclaggio dei pagamenti oltre i 1000 euro e antievasione per prestazioni e servizi oltre i 300 euro;
b) obbligo di tenere l'elenco clienti-fornitori;
c) descrizione del patrimonio nella dichiarazione dei redditi annua (con severe sanzioni). Deducibilità delle spese di manutenzione della casa di abitazione.

4 Imposta sui grandi valori immobiliari
Nuova imposta ordinaria sui grandi valori immobiliari di mercato, basata su criteri fortemente
progressivi.

5 Dismissioni di immobili e frequenze
Piano di dismissioni di immobili pubblici in partenariato con gli enti locali (obiettivo
minimo: 25 miliardi di euro) e introduzione di un'asta competitiva per le frequenze
televisive.

6 Via alle liberalizzazioni
Realizzare subito alcune liberalizzazioni: ordini professionali, farmaci, filiera petrolifera, Rc
auto, portabilità dei conti correnti, mutui e servizi bancari, separazione Snam Rete gas,
servizi pubblici locali.

7 Politiche per lo sviluppo sostenibile, l'occupazione e la ricerca
Stabilizzazione dell'agevolazione fiscale del 55% per l'efficienza energetica; progetti per
l'innovazione tecnologica e la ricerca, che favoriscano l'occupazione, in particolare, delle
donne e nel Mezzogiorno. Finanziamento pluriennale dell'apprendistato.
Le proposte del Partito Democratico

8 Falso in bilancio
Reintroduzione del reato di falso in bilancio, irrobustimento delle norme contro il caporalato e introduzione del reato di autoriciclaggio.

9 Giustizia efficiente
Riordino e razionalizzazione delle circoscrizioni giudiziarie, istituzione dell'ufficio per il
processo (unità operativa in grado di svolgere tutti i compiti), semplificazione dei riti nella
giustizia civile.

10 Autonomia delle parti sociali
Il decreto del governo nega l'autonomia delle parti sociali e colpisce il Contratto Collettivo
Nazionale del Lavoro e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. Va soppresso l'articolo 8 della
manovra o cambiato per recepire l'accordo raggiunto il 28 giugno dalle parti sociali.

giovedì 25 agosto 2011

NO ALLA PROPOSTA DEL GOVERNO DI SPOSTARE LE FESTE NAZIONALI

Tra le diverse proposte che il Governo PdL - Lega hanno inserito nella manovra, allo scopo di avere un beneficio economico, c’è quella di spostare le feste laiche accorpandole alle domeniche più vicine e per questa ragione sono state prese in considerazione le tre ricorrenze civili del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno.

Nell’anno che ricorre il 150° anniversario dell’unità d’Italia, il governo Berlusconi e Bossi con la sua Lega nord per l’indipendenza della padania, hanno dimostrato in tutti i modi che non ci tenevano a ricordare con il dovuto risalto la ricorrenza. Ci vuol poco, quindi, a comprendere che simili proposte maturano e trovano albergo solo tra chi è distante dal significato di queste ricorrenze, che rappresentano la pienezza della democrazia e il suo essere una conquista continua.

Vediamo allora di prendere in considerazione le tre date:

· 25 aprile. E’ la festa della Liberazione dal nazi-fascismo nel 1945, la data che ha segnato il ritorno alla libertà dopo il ventennio fascista e questi governanti, alcuni ancora un po’ fascistelli e altri un po’ qualunquisti, hanno pensato che si potesse tranquillamente spostare la ricorrenza. Se dovesse passare una simile proposta, noi la riterremmo una ferita grave alla democrazia e un torto a coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà.

· Primo maggio. E’ in tutto il mondo democratico la festa dei lavoratori. Francamente ci risulta difficile commentare una simile decisione, se non attribuendola alla mancanza di sensibilità di chi dovrebbe avere maggiore attenzione verso il mondo del lavoro e nei simboli che non sono solo forma, ma come in questo caso sono vera sostanza. Il 1 maggio è dal 1890 la Festa dei Lavoratori in ogni parte del mondo; in Italia fu soppressa da Mussolini, ma ripristinata dopo il 1945.

· 2 giugno. Come è a tutti noto è la festa della Repubblica Italiana con la sua Carta Costituzionale, nata grazie alla vittoria sulla monarchia nel referendum popolare del 1946.

Ma come è possibile privare un popolo dei suoi riferimenti storici? Forse può pensarlo la Lega per l’indipendenza della padania, che è un partito territoriale che numericamente non è maggioranza nemmeno nella Padania, ma che questi diventi un pensare comune anche nel PdL, è secondo noi il sintomo di distacco dai valori che dovrebbero essere alla base della nostra nazione.Ricordarle ha un ruolo essenziale nell’immagginario sociale, ma la ritualità non significa solo una mera ripetizione, è la conferma della fedeltà a un valore.

Le scelte di questo Governo e di questa maggioranza vanno nella direzione che allontana le nuove generazioni a non riconoscersi più nei principi fondamentali che sono stati all’origine delle più grandi battaglie sociali, politiche e civili del secolo scorso.

Per tutte queste ragioni

DICIAMO NO ALLA “SOPPRESSIONE” DELLE FESTE NAZIONALI

del 25 aprile, del primo maggio, del 2 giugno.

domenica 21 agosto 2011

Petizione in difesa del 25 aprile, Primo maggio, 2 giugno.

NON CANCELLATE IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE DEL NOSTRO PAESE; IL GIORNO DEL LAVORO; IL GIORNO DELLA REPUBBLICA
FIRMA ANCHE TU

Onorevoli parlamentari,
i sottoscritti cittadini chiedono che il Parlamento cancelli il comma 24, art. 1, del Decreto Legge 13 agosto 2011, n. 138, “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”, nel quale si prevede per tre importanti ricorrenze civili (25 aprile; I maggio; 2 giugno) una diversa collocazione o l’accorpamento ad una domenica.
Questa scelta è sbagliata perché si colpiscono giornate che celebrano i tratti costitutivi, l’identità, la memoria del nostro Paese; discriminatoria perché il numero maggiore di festività infrasettimanali sono di carattere religioso ed il nostro Paese è fra quelli che ha meno ricorrenze civili e laiche; strumentale perché produce un beneficio economico irrilevante a fronte di un costo civile e democratico particolarmente consistente; irragionevole perché non corrisponde ad alcun criterio di equità politica e sociale.

Clicca per firmare.

venerdì 5 agosto 2011

L'Italia di domani


Con la manovra del governo 48 miliardi di tasse e tagli ingiusti.
  • Colpisce i più deboli e le famiglie, tagliando la spesa sociale e le detrazioni IRPEF (20 miliardi in meno).
  • Blocca l’adeguamento delle pensioni al costo della vita a partire da 1150 euro netti.
  • Reintroduce i ticket. Da lunedì 18 luglio si pagano 10 euro in più per le ricette mediche e 25 euro per interventi di pronto soccorso codice bianco.
  • Taglia altri 8 miliardi alla sanità nel biennio 2012/2013.
  • Tassa il risparmio, non le rendite finanziarie.
  • Affossa il "federalismo fiscale", colpisce pesantemente – ancora una volta - i Comuni e le Regioni mettendo in discussione servizi fondamentali ai cittadini, alle famiglie e alle imprese.
  • Non controlla il prezzo della benzina che continua a salire.
  • Non prevede soluzioni per il credito alle piccole e medie imprese, né per la crescita, l’occupazione e il lavoro.

Con le proposte alternative del Pd, l’Italia avrebbe rispettato gli impegni europei, ma in modo equo e favorevole alla crescita.
• Lavoro e impresa
  • Progetto nazionale per l’occupazione giovanile e femminile sostenuto dall’Europa
  • Incentivazione del contratto a tempo indeterminato per contrastare la precarietà
  • Liberalizzazioni economiche e semplificazione della vita delle imprese
  • Sostegno all’economia verde
  • Piano straordinario per infrastrutture digitali
  • Allentamento del patto di stabilità per gli enti locali e le Regioni, per avviare un piano di opere pubbliche.
• Equità sociale e lotta all’evasione
  • Riduzione delle tasse su lavoro e imprese e spostamento del carico fiscale sulle rendite finanziarie (a esclusione dei BOT)
  • Reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti
  • Introduzione a livello europeo della tassa sulle transazioni finanziarie.
• Riforma dello Stato e trasparenza della politica
  • Dimezzamento del numero dei Parlamentari, incompatibilità fra ruolo di Parlamentare e altre cariche amministrative o gestionali e una sola Camera che fa le leggi
  • Equiparazione degli stipendi dei Parlamentari alla media europea
  • Abolizione dei vitalizi dei Parlamentari;
  • Abolizione del Porcellum e nuova legge elettorale per eleggere direttamente i Parlamentari nei collegi territoriali e scegliere la maggioranza di governo con il doppio turno.
  • Legge sui partiti che vincoli il finanziamento alla trasparenza e certificazione dei bilanci e al rispetto di procedure democratiche interne
  • Accorpamento dei piccoli Comuni e delle Province sotto i 500.000 abitanti
  • Drastica riduzione del numero delle società miste partecipate dagli Enti Locali
BASTA! IL GOVERNO SE NE DEVE ANDARE.
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lunedì 1 agosto 2011

CASE DELL'ACQUA?









CASE DELL'ACQUA: OK DELLA REGIONE ALLA PROPOSTA DEL PD
Approvato l'emendamento che assicura i finanziamenti necessari alla realizzazione.
Santantonio: "Ci sarà notevole risparmio per la comunità" Centinaia di case dell'acqua distribuite in tutta la Lombardia. Sta per diventare realtà per i comuni lombardi la nuova frontiera del risparmio abbinato alla salute e alla tutela dell'ambiente.
Il Consiglio regionale ha approvato mercoledì, durante la seduta d'aula concernente la discussione sull'assestamento di bilancio, un emendamento che si propone di assicurare i finanziamenti necessari alla realizzazione dei progetti delle case dell'acqua. Il Pd chiedeva che la voce "Risorse idriche" fosse incrementata di un altro milione di euro: l'assessore regionale al Bilancio Colozzi ha confermato che saranno messi in capitolo 800mila euro.
"Questo significa centinaia di case dell'acqua in tutta la Lombardia", dichiara soddisfatto Fabrizio Santantonio, primo firmatario del documento approvato .
Con il contributo approvato in Consiglio si potranno fare dei bandi per aiutare e sostenere la costruzione e la gestione di nuovi punti acqua sul territorio regionale in modo da avorire e supportare gli enti locali, i consorzi e gli Aato nella promozione di questa importante iniziativa - spiega Santantonio -. Si tratta di un'operazione di grande valore perché contribuisce a implementare il consumo e la cultura dell'acqua pubblica, a portare un risparmio notevole per le famiglie che spendono centinaia di euro l'anno per l'acqua in bottiglia, e con un piccolo incentivo Regione Lombardia riesce a dare un innesco economico non di poco conto. Nell'arco di breve tempo, infatti, la Regione contribuirà ad aprire centinaia di punti di distribuzione dell'acqua, dando il via a un'idea diversa dell'utilizzo del servizio pubblico e un ausilio alla cultura e al valore di comunità che va sempre sostenuto".
In numerose province i consorzi e gli Aato hanno già predisposto, in collaborazione con i Comuni, i progetti dei punti di distribuzione, che stanno riscuotendo un ottimo successo in termini di sensibilizzazione all'utilizzo dell'acqua del rubinetto. In termini di risparmio ambientale una maggiore sensibilizzazione su questo tema potrebbe portare a un equilibrio tra consumo di acqua in bottiglia e di quella direttamente erogata dalla rete del servizio idrico. A sostenere questa scelta sono i numeri: l'Italia è il primo paese d'Europa e terzo nel mondo per consumo di acqua in bottiglia, con un consumo medio (dati 2007) di 196 litri per abitante l'anno. In generale 2 italiani su 3 non si fidano dell'acqua del rubinetto. Nel Belpaese per il trasporto dell'acqua in bottiglia circolano ogni anno circa 300mila tir e solo nel 2009 sono stati raccolti 6 miliardi di bottiglie di plastica.