giovedì 28 maggio 2015

Elezioni Comunali 31 maggio 2015

Si vota domenica 

31 maggio 

dalle 7,00 alle 23,00.

Per cosa si vota Si vota per l’elezione del Sindaco di Origgio e per il rinnovo del Consiglio Comunale. 

Per poter votare bisogna aver raggiunto 18 anni d’età e recarsi al seggio di appartenenza muniti di tessera elettorale e carta d’identità. 
Il seggio e la sezione elettorale dove poter votare sono indicati sulla propria tessera elettorale. In caso di smarrimento, danneggiamento o furto della tessera elettorale, è possibile richiederne un duplicato all’Ufficio Elettorale del Comune di Origgio, che resterà aperto anche domenica 31 maggio.

  vota: ORIGGIO DEMOCRATICA

scegli: DOMENICO AMBROSINI Sindaco.


ELEZIONI COMUNALI 31 MAGGIO 2015; APPELLO AL VOTO.

Carissime e carissimi,
iscritte/i, elettrici ed elettori del Partito Democratico, mancano pochi giorni alle elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio Comunale e per la scelta del nuovo Sindaco di Origgio e ho il piacere di scrivervi per ringraziarvi personalmente della vicinanza e del sostegno con cui ci avete accompagnati in questo periodo.

Il vostro calore ci ha dato la forza di andare avanti con il nostro programma, con le nostre intenzioni, è stato davvero interessante, per noi, confrontarci direttamente con ognuno di voi sulle proposte, sulle scelte, sul futuro, sul progetto di Origgio che intendiamo realizzare con tutti voi.

Il Partito Democratico di Origgio si presenta alle elezioni amministrative con la lista civica Insieme per Origgio realizzando una nuova formazione politica: “Origgio Democratica”, un raggruppamento di centrosinistra, per dare voce a quel mondo in cui i valori e gli ideali trovano la migliore ospitalità.
Il nostro candidato sindaco è Domenico Ambrosini, una candidatura al servizio dei giovani per costruire una nuova classe dirigente. Oltre che al lavoro Domenico ha fatto dell’impegno in Politica e nel Sociale una ragione di vita. Assessore all’ambiente e servizi sociali e successivamente Vicesindaco del Comune di Origgio negli anni 90. Nel 2008 ha aderito al Partito Democratico e per due anni ha ricoperto il ruolo di Segretario del circolo di Origgio.
Un programma possibile, con un candidato Sindaco e candidati Consiglieri Comunali, che conoscono i problemi del nostro Comune, una lista di candidati profondamente rinnovata, ricca di competenze e di diversi saperi, compatta e omogenea: Origgio Democratica è pronta ad assumersi la responsabilità, con la vostra partecipazione, di governare il paese in modo trasparente. E’ questo lo spirito che ci ha animato a unirci in questa squadra e spinti ad accettare questa sfida.
Una sfida che, per noi di “Origgio Democratica”, rappresenta un dovere morale e civico nei confronti del paese che giornalmente viviamo, sentiamo intimamente nostro, che vorremmo migliorare, farlo crescere e diventare il paese ideale per i nostri figli e le prossime generazioni. Il progetto è volutamente ambizioso perché Origgio merita da parte di tutti noi, cittadini e candidati, uno sforzo più alto, un contributo d’idee più ampio, una partecipazione più sentita alla vita sociale.

La situazione del paese è sotto gli occhi di tutti. Vent’anni di Lega Nord e Forza Italia non hanno risolto i problemi della comunità. Da un’analisi, anche superficiale, gli elettori possono costatare un peggioramento della qualità della vita a Origgio, un aggravamento progressivo e netto, dovuto alla crisi economica ma, soprattutto all’incapacità delle Amministrazioni che, negli ultimi dieci anni, hanno guidato il Comune, ad affrontare queste nuove sfide.
Noi ci impegneremo a rappresentare una speranza di cambiamento per giovani, anziani, bambini, lavoratori. Un’occasione per fare delle potenzialità immense di Origgio, legate all’ambiente, alla storia, alla cultura, alle tradizioni, una vera occasione di sviluppo per tutti.
Chiediamo il voto dei cittadini di Origgio perché siamo certi di poter risalire questa china. Una certezza che mi viene dall’impegno cresciuto in questi mesi e dalla nostra coscienza che ci impone di non girare la testa da un'altra parte ma di agire.
Oggi, per rilanciare Origgio, per far ripartire il sistema socio-economico delle piccole imprese artigiane e commerciali, le iniziative culturali, le attività formative, per valorizzare le intelligenze e le creatività locali, la rete della solidarietà, il merito e la trasparenza, è opportuno ancorare l’agire comune al buonsenso. A quel sentire comune che questo nostro paese ha sempre avuto, quel buonsenso che, in passato, ci ha permesso di raggiungere traguardi importanti, di essere un centro strategico e nevralgico per  l’intero Saronnese.
La nostra promessa a voi è che il nostro impegno non termina con il voto del 31 maggio, così come la nostra presenza, il nostro progetto civico, non si esaurisce con la campagna elettorale ma continua per i prossimi cinque anni. Noi ci fidiamo di voi, ci fidiamo di Origgio, ci fidiamo del vostro consenso per realizzare un paese vivibile, aperto, produttivo e solidale”.  

Colgo l’occasione per invitarvi all’ultimo appuntamento  di chiusura della nostra campagna elettorale: 

Venerdì 29 maggio dalle ore 18,00 alle 23,00
GRANDE FESTA IN “CORTE FABBRICA”
(via Repubblica, Origgio)

FESTA DI CHIUSURA DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DI DOMENICO AMBROSINI
Musica dal vivo e rinfresco per i partecipanti


Il candidato Sindaco Domenico Ambrosini e i candidati al Consiglio Comunale incontrano i cittadini.

L’occasione per presentare il nostro Programma in un momento di convivialità e confronto.

Il Segretario del circolo del Partito Democratico di Origgio
Michele Nigro 

mercoledì 6 maggio 2015

CANDIDATI AL CONSIGLIO COMUNALE DI ORIGGIO.


Giuseppe Civati esce dal Pd

Oggi Giuseppe Civati ha annunciato la sua uscita dal Partito Democratico, ecco cosa ha scritto ai suoi sostenitori:
Il mio è un messaggio per gli elettori del pd e del centrosinistra: mi dispiace, per me, per voi. Mi dispiace deludere alcuni di voi e condividere la delusione di chi deluso è già da molto tempo.
Come molti, non mi sento rappresentato da questa situazione. Lo ripeto da qualche giorno: non ho più fiducia in questo governo, nelle sue scelte, nei modi che ha scelto, negli obiettivi che si è dato.
Non ne ho avuta personalmente fin dall'inizio, quando si scelse di proseguire con le larghe intese: avevamo deciso che durassero solo due anni, che sarebbero scaduti già, mentre abbiamo deciso di andare avanti fino al 2018, cambiando premier – in quel modo sobrio e istituzionale che tutti ricorderete – ma senza cambiare il programma di governo. Senza nemmeno scriverlo, per altro, con i risultati che sappiamo. Votai quella fiducia solo per rimanere nel PD, lo spiegai allora, solo perché mi ero appena candidato al congresso e per rispetto degli elettori (che pure nella consultazione che avviammo si divisero esattamente a metà).
Non ho più fiducia perché dopo la fiducia della scorsa settimana, non si può chiudere così, come se fosse solo una parentesi, come se questo non costituisse un precedente.
Per ragioni di coerenza passo al gruppo misto, nella considerazione che anche il gruppo del PD lo sia diventato, avendo accolto parlamentari di tutte le provenienze.
Ciò comporta, come conseguenza, che io lasci il PD, cosa che non avrei mai fatto, ma ormai il PD è un partito nuovo e diverso, fondato sull'italicum e sulla figura del suo segretario. Chi non è d'accordo, viene solo vissuto con fastidio. C'è stato il jobs act, lo sblocca Italia, un inquietante decreto sul fisco smentito solo un po', la riforma della scuola che ha unito tutti gli insegnanti che votavano il PD (dall'altra parte).
Non lo faccio per aderire a un progetto politico esistente, ma per avviare un percorso nella società italiana, alla ricerca di quel progetto di cui parlai un anno fa, che ho sempre avuto nel cuore.
Nessuna polemica con chi nel PD rimane, solo l'auspicio di ritrovarsi un giorno, a fare cose diverse da quelle che si stanno facendo ora.
E certo mi dovrei dimettere da parlamentare, fare come ha fatto Walter Tocci (che fortunatamente è ancora senatore), ma faccio notare che mi dimetto volentieri se lo fanno anche tutti gli altri: se cioè si andasse a votare, anche subito, ciascuno con il suo programma, per darsi una vera legittimazione.
Non c'è calcolo, in questa scelta: ho rinunciato a una ikea di poltrone, ho detto scherzando, proprio in ragione delle mie posizioni. Non è per il potere. Non è per fare danni.
Da sei mesi dico che la situazione non regge, che a primavera sarebbe arrivata l'inevitabile e forse cercata rottura, almeno per me, la goccia che fa traboccare il vaso. Molti ridevano, molti facevano spallucce. E invece.
Da tempo mi sento una particella di sodio, e penso che le 'minoranze' del PD si siano mosse tardi, condividendo scelte sbagliate e attardandosi in tatticismi del tutto incomprensibili e controproducenti. Sono arrivati tardi e non sono stati decisivi.
A sinistra si dice non c'è niente, e invece tra i ceti popolari tra poco arriverà Grillo (che si è già insediato) e anche Salvini. E non è una battuta.
Si può essere critici senza essere volgari, si può coltivare la coerenza come voleva Gobetti (vero antidoto per lui al potere per il potere), si può banalmente fare quello in cui si crede, che si sente profondamente.
Di fronte al trasformismo di tutto e di tutti, personale e collettivo, sono rimasto fermo e noioso sulle mie posizioni, mentre tutto intorno a me cambiava, vertiginosamente.
Non avrei voluto fare questo disastro nel bel mezzo della campagna elettorale, ma non è colpa mia: è stato Renzi a voler aprire lo scontro proprio nelle settimane precedenti alle elezioni. Posso solo dirvi che i candidati che avrei sostenuto nel PD, penso vadano sostenuti ancora e a maggior ragione: come Anna Rita Lemma e Elvira Tarsitano in Puglia e Milene Mucci in Toscana e Andrea Ragazzi e Roberto Fasoli in Veneto e Regina Milo in Campania.
Per la Liguria, come già per il gruppo misto, raggiungerò Luca Pastorino. Che ha anticipato con coraggio la scelta che ora tocca a me.
Rimango in parlamento a fare le cose che ho sempre promesso di voler fare, prima, durante e dopo, che trovate qui.
Mentre in questi mesi si discuteva nel PD, ho frequentato la sinistra e la società.
Per prima cosa mi dedicherò al partito degli astensionisti, il partito più grande, che vincerebbe le elezioni direttamente al primo turno per dare la risposta a Saramago e al saggio sulla lucidità e a quelli che in quel romanzo si chiamano «biancosi».

Perché questa non è solo una fine, è anche un inizio.