
Secondo noi del Partito Democratico, le volontà del malato vengono derubricate a semplici orientamenti, la legge sul testamento biologico è brutta e sbagliata che non andava fatta e che va a colpire le persone nel momento più delicato della esistenza della persona.
Non andava fatta nessuna legge: ci si sarebbe dovuti affidare ancora, come avviene da secoli nel rispetto della persona, al rispetto di quella che è la volontà del paziente, dei suoi familiari e dei medici, senza un'interferenza prescrittiva da parte dello Stato.
Sul voto alla legge sul testamento biologico il Pd non si è «spaccato», né tra laici e cattolici, né tra ex di questo o quell`altro partito. La libertà di coscienza non è stata la scorciatoia per ripiegamenti identitari né una furbizia per nascondere le divisioni, ma si è dimostrata uno strumento utile a cercare soluzioni più ampiamente condivise rispetto al punto di partenza.
La legge sul fine vita apre la strada a una lunga serie di ricorsi alla magistratura a causa delle tante contraddizioni e dei divieti in essa contenuti altro che prevenire contenziosi.
Sarebbe stato molto meglio non legiferare su una questione quale la fine della vita che deve rimanere affidata a decisioni sobrie, discrete e particolari, da assumere caso per caso, in circostanze che saranno sempre uniche ed irripetibili, come unico ed irripetibile è il destino di ogni persona umana.
Rispettiamo l’opinione altrui, ma non condividiamo!
Sarebbe stato un bene rispettare il volere di ciascuno, dando a ciascun cittadino la libertà di scegliere!
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