Tra le diverse proposte che il Governo PdL - Lega hanno inserito nella manovra, allo scopo di avere un beneficio economico, c’è quella di spostare le feste laiche accorpandole alle domeniche più vicine e per questa ragione sono state prese in considerazione le tre ricorrenze civili del 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno.
Nell’anno che ricorre il 150° anniversario dell’unità d’Italia, il governo Berlusconi e Bossi con la sua Lega nord per l’indipendenza della padania, hanno dimostrato in tutti i modi che non ci tenevano a ricordare con il dovuto risalto la ricorrenza. Ci vuol poco, quindi, a comprendere che simili proposte maturano e trovano albergo solo tra chi è distante dal significato di queste ricorrenze, che rappresentano la pienezza della democrazia e il suo essere una conquista continua.
Vediamo allora di prendere in considerazione le tre date:
· 25 aprile. E’ la festa della Liberazione dal nazi-fascismo nel 1945, la data che ha segnato il ritorno alla libertà dopo il ventennio fascista e questi governanti, alcuni ancora un po’ fascistelli e altri un po’ qualunquisti, hanno pensato che si potesse tranquillamente spostare la ricorrenza. Se dovesse passare una simile proposta, noi la riterremmo una ferita grave alla democrazia e un torto a coloro che hanno sacrificato la vita per la libertà.
· Primo maggio. E’ in tutto il mondo democratico la festa dei lavoratori. Francamente ci risulta difficile commentare una simile decisione, se non attribuendola alla mancanza di sensibilità di chi dovrebbe avere maggiore attenzione verso il mondo del lavoro e nei simboli che non sono solo forma, ma come in questo caso sono vera sostanza. Il 1 maggio è dal 1890 la Festa dei Lavoratori in ogni parte del mondo; in Italia fu soppressa da Mussolini, ma ripristinata dopo il 1945.
· 2 giugno. Come è a tutti noto è la festa della Repubblica Italiana con la sua Carta Costituzionale, nata grazie alla vittoria sulla monarchia nel referendum popolare del 1946.
Ma come è possibile privare un popolo dei suoi riferimenti storici? Forse può pensarlo la Lega per l’indipendenza della padania, che è un partito territoriale che numericamente non è maggioranza nemmeno nella Padania, ma che questi diventi un pensare comune anche nel PdL, è secondo noi il sintomo di distacco dai valori che dovrebbero essere alla base della nostra nazione.Ricordarle ha un ruolo essenziale nell’immagginario sociale, ma la ritualità non significa solo una mera ripetizione, è la conferma della fedeltà a un valore.
Le scelte di questo Governo e di questa maggioranza vanno nella direzione che allontana le nuove generazioni a non riconoscersi più nei principi fondamentali che sono stati all’origine delle più grandi battaglie sociali, politiche e civili del secolo scorso.
Per tutte queste ragioni
DICIAMO NO ALLA “SOPPRESSIONE” DELLE FESTE NAZIONALI
del 25 aprile, del primo maggio, del 2 giugno.
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