La Lega, negli anni del successo padano, ci aveva abituato a queste intemerate xenofobe che hanno riempito titoli e pagine di giornali. Ma che oggi un vicepresidente del Senato, quindi una figura istituzionale che rappresenta un ramo del Parlamento, arrivi a paragonare un ministro della Repubblica a un orango non può essere rubricato nel capitolo del folclore delle camicie verdi.
Per questo bisogna essere determinati: Calderoli non può restare sullo scranno più alto del Senato un minuto di più. Quell'insulto è totalmente incompatibile con il suo ruolo. Ci aspettiamo che tragga rapidamente le conseguenze. E se ciò non dovesse accadere la maggioranza del Senato, a cominciare dal Pd, dovrà usare gli strumenti di sfiducia che esistono per riparare a un danno grave che è una ferita per tutti gli italiani. La ministra Kyenge vada avanti nel suo lavoro, l'Unità e i suoi lettori saranno al suo fianco.
di: Pietro Spataro - l'Unità
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